Lingua e cultura italiane in Olanda (o Paesi Bassi che dir si voglia)

L’Olanda è uno dei Paesi più amati da tanti italiani sia come meta turistica (soprattutto Amsterdam, anche se tutto il territorio meriterebbe più di una visita) sia lavorativa.
È interessante però osservare come questa attrazione sia in realtà reciproca. E vi spiego perché.
Ogni volta che dico agli italiani che lavoro in Olanda, la maggior parte commenta “Che bello!”, la stessa identica frase pronunciata da molti olandesi quando dico che sono italiana, con l’aggiunta: “Che cosa ci fai qui? Perché non torni nel tuo Bel Paese?”
Ho lavorato all’Università di Groningen come Lettore per il MAE, alias Ministero degli Affari Esteri italiano, e ora sto continuando nella stessa Università come studentessa di Dottorato in ambito glottodidattico; sono qui da più di un decennio e sia per interesse personale, sia in seguito a richieste da parte delle nostre istituzioni in loco, mi sono fatta un quadro della situazione dell’insegnamento della lingua e cultura italiane nei Paesi Bassi, anche soprattutto per come si sta evolvendo nell’attualità.
Mentre nelle scuole superiori l’italiano è quasi assente, per quanto riguarda le Università l’insegnamento viene impartito sia nei Dipartimenti di Lingue, sia nei Centri linguistici (alcune volte, come a Groninga, nella stessa sede è presente sia l’uno sia l’altro; altre volte invece succede il contrario, in quanto esiste solo uno dei due) ad Amsterdam, Utrecht, Leida, Tilburg, Nimega, Maastricht e Groninga. La situazione da qualche anno a questa parte si è fatta critica: gli studenti sono in netto calo, per lo meno nei Corsi principali, mentre in quelli che inseriscono lo studio della lingua all’interno di altre Facoltà – International Relations, Economics, al.-, rimane più o meno stabile se non in lieve aumento. Il motivo è che in generale gli studi umanistici sono dappertutto molto in crisi, e soprattutto in Olanda stanno subendo un forte attacco in virtù di una gestione sempre più manageriale – tot alunni, tot insegnamenti-, tanto da sollevare critiche e proteste da parte di docenti e studenti che sembrano, almeno per ora, rimanere inascoltate.
Oltre all’Istituto Italiano di Cultura ad Amsterdam che offre Corsi di italiano, ma anche

Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam

Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam

di olandese per chi vuole inserirsi nella realtà lavorativa locale, vi sono istituzioni che coinvolgono tanto italiani quanto olandesi, quali i diciotto Comitati Dante Alighieri, dei quali solo alcuni prevedono anche Corsi di lingua, e soprattutto le Università popolari, Volksuniversiteiten, delle quali almeno quarantanove dai più grandi ai più piccoli centri, contano sul più rilevante numero di studenti di lingua italiana nel Paese; tali enti convivono insieme a numerose realtà di scuole semi private e iniziative private più o meno importanti quanto a frequenza e varietà di offerte, così copiose e disperse su tutto il territorio, da renderne quasi impossibile il censimento completo.
Sono queste ultime che rendono significativamente conto del reale interesse e amore degli olandesi per la nostra lingua e cultura, rendendo giustizia di quel “Che bello!” dell’inizio.
In ogni angolo dell’Olanda infatti, anche il più piccolo e remoto, è possibile imbattersi in una o più occasioni di imparare la bella lingua. E anche se tuttora resiste e continua a regnare sovrano il principio del “so l’italiano e quindi lo posso insegnare”, recentemente si sta sempre più affermando, e fortunatamente, la logica dell’insegnante specializzato e con titolo adeguatamente certificato, non tanto da esibire alle istituzioni locali, dove non conta più che il saper parlare inglese correttamente e magari anche l’olandese, il che non guasta, quanto in virtù di una maggiore consapevolezza professionale.
Così che scuole e scuolette continuano a fiorire, favorite dalle sempre più numerose possibilità fornite dalla rete, ma ogni giorno di più con docenti formati, aggiornati – grazie anche alle iniziative dell’Associazione locale degli insegnanti di italiano Levende Talen – sectie Italiaans– e in linea con le ultime tendenze in campo glottodidattico.
In considerazione della difformità appena evidenziata nella formazione dei docenti, non stupisce che anche tra le metodologie adottate nelle diverse situazioni di apprendimento, si riscontri una relativa disomogeneità: dal più tradizionale approccio grammatical-traduttivo di stampo formalistico in auge sia nei corsi privati e delle Università popolari – ma anche di quelli universitari regolari-, a quelli comunicativi, situazionale e nozionale-funzionale, ai più recenti di area umanistico-affettiva, dove il docente svolge per lo più un ruolo di guida e consulenza teso a sviluppare un’autonomia sempre maggiore nel processo di acquisizione del discente.
Va detto che la scelta del metodo è anche in parte relazionata con la tipologia di quest’ultimo e dei suoi bisogni comunicativi. Se da un lato gli studenti più anziani, molto numerosi in Olanda, sono rimasti più legati ad un approccio prevalentemente “passivo”, legato al desiderio di leggere libri e riviste in lingua italiana, oltre che di trascorrere le vacanze nel Bel Paese con qualche utile conoscenza sia della lingua sia dei suoi usi e costumi, lo studente più giovane, da sempre abituato ad un apprendimento “spontaneo” delle lingue – per esempio, grazie alla visione di film in versione originale-, richiede un percorso facilitato da uno sfruttamento diffuso delle NT – Nuove Tecnologie- che parte da bisogni comunicativi concreti, nei quali sono privilegiate le relazioni individuali e di gruppo.
Quanto alle difficoltà più frequenti, oltre alla pronuncia – in particolare le velari sorde e sonore c, ch, g, gh, ma anche la differenza tra f/v-, la più notevole rimane la concordanza tra femminile/maschile in aggiunta al singolare/plurale, senza dimenticare gli intoppi dovuti alla mancanza di una vera e propria regolarità delle strutture grammaticali, le c.d. “eccezioni”, che nonostante le continue richieste di chiarimenti e le relative risposte, continuano a rimanere un mistero per tutti.

2 pensieri su “Lingua e cultura italiane in Olanda (o Paesi Bassi che dir si voglia)

  1. Ah, ma dall’ elenco manca uno dei più rinomati istituti linguistici in Olanda, cioe’ ” Language Institute Regina Coeli di Vught, meglio conosciuto con il nome ” de nonnen van Vught ” (le suore di Vught), specializzato in corsi intensivi di lingua, tra cui l ‘italiano. http://www.reginacoeli.nl

  2. Grazie, Jacqueline, per la tua preziosa segnalazione! In realtà il mio intervento non aveva certo la pretesa di essere esaustivo né tantomeno di dare giudizi di valore, ma solo offrire un panorama generale della situazione dell’italiano in Olanda. Per quello non ho fatto un vero e proprio elenco di scuole, ma solo indicato alcune tra le realtà presenti sul territorio.

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